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La «Comunità Laudato Si’ Treviso-Africa» in visita ad Amatrice (Rieti) per partecipare al primo Forum «Laudato Si’» promosso da Slow Food e dalla Chiesa di Rieti
di Diego Lorenzi
Carlo Petrini, presidente di Slow Food e Mons. Domenico Pompili, Vescovo di Rieti, hanno scelto di tenere il primo incontro delle «Comunità Laudato Si’» ad Amatrice – terra devastata da un drammatico terremoto – per cogliere il significato più profondo della difficoltà dell’uomo a convivere felicemente con l’ambiente che lo circonda. E che tuttavia può rappresentare l’occasione per un riscatto ed una sfida straordinari per ricostruire sapientemente quello che la natura – spesso ferita dalle “leggi” dell’uomo – distrugge.
“L’uomo non comprende più, ma prende solamente”, ha affermato Mons. Pompili, manifestando la sua “profonda preoccupazione per il controverso approccio della società umana nei confronti dell’ambiente circostante, contrassegnato da distorsione e arroganza, in cui l’esperimento diventa tortura cui si sottopone la Natura”.
La città laziale diventerà d’ora in poi la sede di tutte le Comunità Laudato Si’, un presidio e un baricentro dell’impegno ecologista e ambientale a livello nazionale ed internazionale promosso dai soci fondatori dell’associazione (ricordiamo che quella di Treviso è stata la prima a costituirsi, chiamandosi «Treviso-Africa», per sancire un forte legame tra la nostra città ed un continente sofferente ma in crescente e dinamica evoluzione).
Al Forum, che si è svolto presso l’Area Food di Amatrice, progettata dall’architetto Stefano Boeri ed inaugurata l’anno scorso, erano presenti 26 Comunità italiane ed una brasiliana, molte se pensiamo che il progetto è partito solo da qualche mese.
Ecologia, giustizia sociale, solidarietà
sono i temi pregnanti che declinano il pensiero e l’azione delle «Comunità Laudato Si’»
Aperto da Carlo Petrini, il Forum è entrato subito nel vivo dei lavori affrontando le questioni ambientaliste legate alle problematiche dei rifiuti di plastica, una vera e propria emergenza umana, sociale e ambientale, dal momento che interessa da vicino la vita e la conservazione dell’intero pianeta.
“Oltre la plastica” era il titolo infatti della manifestazione, che ha coinvolto una vastissima platea di soci ed osservatori, studiosi ed esperti delle discipline di ricerca e studio ambientale. Il coordinamento generale dei lavori è stato affidato al prof. Silvio Greco, docente di Sostenibilità ambientale presso l’Università di Scienze gastronomiche dell’Università di Pollenzo.
La sessione mattutina, coordinata da Carlo Petrini, ha coinvolto oltre a Silvio Greco, Roberto Donovaro, biologo marino (Università Politecnica della Marche), Claudia Silvestrini, direttrice del Consorzio Polieco (smaltimento rifiuti in polietilene), Loris Pietrelli, ricercatore dell’Enea, i quali hanno messo in rilievo la drammatica situazione dell’inquinamento ambientale a livello mondiale causato dalla plastica che ha colonizzato la maggioranza dei mari e che sta mettendo a rischio l’intero ecosistema del pianeta.
«Un dato su tutti: negli ultimi 13 anni si è prodotta la metà di tutta la plastica sfornata dal 1950 fino ad oggi. Solo un terzo di tutta l’enorme quantità di spazzatura è stata riciclata, mentre la rimanente è, come si suol dire, “dispersa nell’ambiente”: un vero e proprio disastro ecologico, che, se non si produrranno interventi efficaci, rischia di condurci ad una catastrofe di proporzioni inimmaginabili».
Nella sessione pomeridiana, coordinata da Silvio Greco, sono intervenute alcune rappresentanti di associazioni e realtà imprenditoriali che si occupano di difesa e sviluppo dell’ambiente: Serena Carpentieri per Legambiente, Patrizia Menegoni, ricercatrice dell’Enea ed Elisabetta Cremonini di Olitalia, fornendo alcune importanti testimonianze sul fenomeno dell’inquinamento causato dalla plastica e dalle sostanze nocive presenti ormai ovunque e indicando delle soluzioni per risolvere il grave problema. Ne è seguito un appassionato dibattito.
In conclusione del convegno «Oltre la plastica» – che sarà argomento per un prossimo approfondimento – Carlo Petrini ha esortato tutti i presenti a farsi promotori e attivisti del verbo ecologista declinato secondo i princìpi contenuti nello statuto delle Comunità Laudato Si’, e ha lanciato la Carta di Amatrice, un manifesto che contiene una ventina di buone pratiche “rivoluzionarie” che potrebbero invertire la rotta (e la deriva) devastatrice causata dall’inquinamento prodotto da sostanze e materiali nocivi come la plastica.
Si va dalla messa al bando di cannucce, piatti, posate e bicchieri di plastica, prodotti per la cura della persona, cotton fioc, vassoi e pellicole usate per il confezionamento di prodotti alimentari, buste per gli acquisti, bottiglie e lattine, all’invito a non acquistare gomme da masticare, vestiti sintetici, giochi per i bambini, detersivi e assorbenti confezionati e poi a non abbandonare i mozziconi di sigaretta, a disperdere i rifiuti e soprattutto a preferire frutta e verdura sfusa e di stagione, alimenti non confezionati, ecc. Insomma a porre attenzione a tutto ciò che può provocare un inutile quanto devastante avvelenamento del pianeta.
Una «Carta di valori e di buone pratiche ecologiste» scandita e marchiata a fuoco da queste tre pressanti esortazioni: riusa, ricicla, riduci.
Un appello che è stato condiviso da uno scrosciante applauso finale.
«Le Comunità Laudato si’ – ha concluso Carlo Petrini – in questi mesi vogliono essere stimolo e controllo verso l’Unione Europea perché prosegua con forza e rapidità con provvedimenti rivolti alla cancellazione dei prodotti mono uso, i fantomatici usa e getta. Dopo i cotton fioc, intervenire sulle cannucce, i piatti, i bicchieri, posate… Inoltre chiediamo al Governo Italiano che intervenga al più presto con una legislazione cogente in materia di utilizzo delle bioplastiche e delle materie compostabili in modo da evitare che una possibile soluzione diventi una problematica. Non tutti i prodotti che vengono in messi in circolazione come biodegradabili, infatti, lo sono effettivamente. Alcuni contengono percentuali importanti di plastica che ne pregiudicano lo smaltimento nella frazione organica».
La Casa del Futuro
L’ultima parte del Forum è stata dedicata al progetto per la Casa del Futuro del Complesso Don Minozzi, un grande edificio che negli anni ‘20 del Novecento ha ospitato gli orfani di guerra e che nel 2016 è stato parzialmente distrutto dal terremoto.
Il progetto di restauro della Casa-Complesso Don Minozzi è stato affidato all’architetto milanese Stefano Boeri, presente al Forum, il quale, dopo una breve introduzione del vescovo di Rieti Mons. Domenico Pompili, lo ha presentato al pubblico, alla presenza di molti rappresentanti delle istituzioni che collaborano alla sua realizzazione: la Diocesi di Rieti, il Comune di Amatrice, la Regione Lazio, l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il progetto della nuova Casa del Futuro
Centro Studi delle «Comunità Laudato Si’»
è pensato come luogo di accoglienza e di educazione, di rinascita sociale e culturale, polo dell’innovazione e della ricerca, cenacolo di vita attiva, grande prisma trasparente nella cui luce si riflette, moltiplicandosi, qualunque esperienza reale o spirituale
È strutturato in quattro aree funzionali che ospiteranno un’area assistenziale, un’area amministrativa, un polo museale, un’area dedicata alla formazione dei giovani ed una alla ricerca e all’innovazione.
«È bellissimo che in un luogo colpito da una tragedia come il terremoto si generi nuova conoscenza – ha commentato Stefano Boeri – ispirata all’idea di un’ecologia integrata, che unisce sostenibilità, biodiversità, forestazione e che potrà dare lavoro a molti giovani ».
Insomma, un progetto che incrocia i destini di molte comunità di esseri umani, uniti dalla necessità di trovare un sacrosanto equilibrio tra Uomo e Natura in una terra ferita da una catastrofe così vasta e distruttrice da incidere profondamente nel tessuto umano, sociale e culturale di tutti noi, o almeno di quella parte di esseri umani che vivono il bene comune come naturale risorsa materiale ed immateriale.
Il viaggio-pellegrinaggio della nostra «Comunità Laudato Si’ Treviso-Africa» ad Amatrice è stato il nostro primo «battesimo» ideale e spirituale, la nostra prima vera immersione ed iniziazione al grande progetto culturale e sociale della «Laudato Si’» – intuizione di eccezionale valenza e potenza universale – che ora scorre a fianco e dentro di noi e che ci permette di cominciare finalmente a gettare lo sguardo al di là di noi stessi, di rimboccarci le maniche e pensare al destino del nostro pianeta, cioè alla vita reale del nostro prossimo futuro.
Nota
La delegazione della Comunità «Laudato Si’ Treviso–Africa» era composta da Gino Bortoletto, Guido Gasparin, Abdallah Khezraji, Matilde De Luca e Diego Lorenzi
12 Ago 2018