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17 Luglio 2018INDAGINE U.E. COOP/IXÈ SUI MIGRANTI CHE SBARCANO IN ITALIA
Otto italiani su 10 (79%) chiedono di far lavorare gratuitamente in attività di pubblica utilità gli immigrati in cambio dell’accoglienza, anche se per un periodo limitato.
Il fattore determinante nello scatenare l’ostilità degli italiani nei confronti degli immigrati è proprio il fatto di essere assistiti senza lavorare che – sottolinea U.E. COOP – infastidisce ben il 30% dei cittadini prima della paura per la delinquenza (29%), mentre non si riscontrano discriminazioni razziali con solo il 4% che dice di essere preoccupato perché sono diversi e ben il 26% che non si ritiene per nulla disturbato dalla loro presenza.
Il lavoro è la leva principale dell’integrazione con molteplici attività di pubblica utilità ritenute necessarie per compensare l’aiuto ricevuto con il vitto e alloggio nell’accoglienza. Nell’ordine, a giudizio degli italiani, potrebbe essere utile impiegare il lavoro degli immigrati accolti nella cura del verde pubblico (57%), la pulizia delle strade (54%), l’agricoltura (36%), la tutela del patrimonio pubblico (30%), la cura degli anziani (23%), secondo l’indagine U.E. COOP / IXÈ. Analogamente, due terzi dei cittadini vedono con favore l’ipotesi di tirocini gratuiti, predefiniti nel tempo, in aziende private nell’ottica di “imparare un mestiere”.
Più di 1 italiano su 2 sarebbe inoltre favorevole a coinvolgere gli immigrati nel recupero dei piccoli borghi abbandonati e per combattere lo spopolamento dei territori. L’83% dei cittadini – precisa U.E. COOP – ritiene peraltro che gli immigrati, durante la loro permanenza in Italia, dovrebbero frequentare obbligatoriamente un corso di lingua italiana durante la fase di accoglienza.
E, in occasione del Consiglio Europeo, il 71% degli intervistati ritiene che l’Italia sia in credito con l’Europa sulla questione migranti.
Diffuso è invece il disappunto rispetto all’attuale forma di gestione dell’immigrazione con appena il 33% degli italiani che giudica positivamente l’operato delle cooperative di accoglienza e ben il 60% che ritiene opportuno distribuire i nuovi arrivati sul territorio nazionale in strutture di piccole o medie dimensioni, con un sistema di ospitalità diffuso piuttosto che in grandi strutture concentrate (come vorrebbe il 32% degli intervistati) per l’identificazione, le procedure di protezione internazionale, la richiesta di asilo o l’eventuale espulsione.
Sono probabilmente queste inefficienze ad amplificare la dimensione del problema immigrazione in Italia e a determinare l’atteggiamento rispetto alla strategia da adottare che vede 2 italiani su 10 favorevoli all’accoglienza tout court, un altro 20% incline a rifiutare decisamente ulteriori presenze e una quota prevalente (il 56%) che – conclude U.E. COOP – opta per un indirizzo misto: accettazione di una quota prefissata e respingimento o redistribuzione in Europa degli altri, in sostanziale sintonia con le parole di Papa Francesco che chiede di «accogliere tanti rifugiati quanti si può e quanti si può integrare, educare, dare lavoro facendolo con la virtù del governo, che è la prudenza».