(ARCHIVIO) VI° Festival Internazionale Italo-Marocchino 2018 – Treviso

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VI° Festival Internazionale Italo-Marocchino

27 – 30 aprile 2018

(TREVISO)

Organizzato dall’Associazione Culturale Internazionale Festival Italo Marocchino, si è svolta a Treviso dal 27 al 30 aprile la VI° edizione del Festival, che si è snodata attraverso l’organizzazione di alcuni incontri e convegni su tematiche interculturali, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e associazioni italiane e marocchine, incontri  affiancati da mostre, spettacoli musicali etnici e folcloristici ed alcuni momenti conviviali, espressioni e momenti di dialogo, di confronto e di festa che sottolineano i forti legami culturali tra i due paesi del Mediterraneo.
L’evento è stata un’occasione densa di significato anche per l’insieme del mondo associazionistico trevigiano.

La delegazione marocchina presente al convegno

Le diverse culture del Sahara. Il patrimonio Hassani

Sono stati due i convegni importanti organizzati nell’ambito della manifestazione, il primo in programma venerdì 27 alle ore 10 presso l’auditorium CGIL in via Dandolo 4, dal titolo “Le diverse culture nel Sahara. Il patrimonio Hassani”, a cui ha partecipato il Prof. Taleb Bouya Latiq e il fotografo-creativo Paolo Renier.
L’incontro, moderato dalla giornalista Laura Simeoni, è stato molto cordiale e ricco di spunti e ha rappresentato un’occasione positiva per illustrare un patrimonio culturale poco conosciuto, ma molto significativo sia come contributo conoscitivo e divulgativo, che come scambio interculturale tra i rispettivi popoli del Mediterraneo, nella fattispecie, quello italiano e marocchino.
Il patrimonio Hassani è un componente essenziale dell’identità nazionale marocchina. Si tratta di un valore identitario e culturale da conservare e da proteggere, una salvaguardia necessaria che rappresenta un’importante testimonianza della storia e delle radici di un popolo. Le aree di ricerca e di inventario di questo progetto riguardano la poesia, i racconti, i detti e gli enigmi popolari in lingua Hassani.

Il tavolo degli ospiti

Il pubblico presente al convegno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Abdallah Khezraji, presidente del Festival internazione italo-marocchino

Il Console marocchino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo i saluti istituzionali, il prof. Taleb Bouya Latiq ha passato in rassegna le diverse componenti sociali, materiali e religiose della cultura Hassani e di quella di alcune popolazione del Sahara occidentale e meridionale, mettendo in rilievo soprattutto le tradizioni che sono state conservate fino ad oggi, gli usi e costumi del alcuni popoli e tribù di quell’immenso territorio e ricordando come sono stati presentati dal governo del Marocco molti progetti che tutelano l’ambiente e le radici storico-culturali delle popolazioni. Tra i tanti, sono stati ricordati alcuni progetti che riguardano la valorizzazione del patrimonio Hassani nel campo dell’arte, delle letteratura e delle tradizioni orali.

Da sinistra, il prof. Taleb Bouya Latiq e Idriss Amid

Infine, il fotografo Paolo Renier ha presentato al pubblico il suo ricco patrimonio di documentazione e di ricerca fotografica in molte zone desertiche dell’Egitto, lavori che ha seguito per diversi anni e che sono stati oggetto di molti apprezzamenti e riconoscimenti a livello internazionale, oltre a rappresentare una fonte molto importante per diverse esperienze nei settori della ricerca archeologica e documentaristica.

Paolo Renier

 

Immigrazione sulle due sponde del Mediterraneo

Il secondo evento, sempre presso l’auditorium della CGIL, ha riguardato invece il tema “Immigrazione sulle due sponde del Mediterraneo”. Dopo i saluti delle Autorità e del Presidente dell’Associazione “Ribat al Fatah” Dr. Abdel Karim Benani, sono intervenuti i seguenti ospiti:

Giacomo Beltrame, segretario generale CGIL Treviso

Prof. Abderrahim Haloui, docente presso l’Università Ibno Zohr

Dr. Bruno Martellone, esperto in Diritto dell’Immigrazione

Diop Moudo, Vice presidente della consulta per l’immigrazione

L’incontro è stato introdotto dal moderatore Gianni Rasera, che ha esaminato brevemente la questione che riguarda i flussi migratori lungo il Mediterraneo, con riferimento particolare al ruolo dei due paesi in questione, il Marocco e l’Italia, il primo fonte nei decenni passati di un’importante emigrazione verso il nostro paese – che oggi, in parte, venuta meno per il mutamento positivo dell’economia marocchina – ed il secondo tra gli approdi principali delle rotte delle nuove migrazioni.

Da sinistra, Giacomo Beltrame, Idriss Amid, Taleb Bouya Latiq, Gianni Rasera, Diop Moudo

Ha preso la parola quindi Giacomo Beltrame. L’esponente della Cgil si è soffermato principalmente sulle questioni che riguardano il mondo del lavoro: la crisi occupazionale che riguarda anche i lavoratori stranieri occupati, anche se in misura minore di altre Regioni italiane; la buona e armoniosa integrazione degli immigrati nella società trevigiana, che è stata favorita anche da politiche sociali improntate su un’attiva collaborazione tra le associazioni degli immigrati e molti organismi politico-istituzionali che si occupano delle tematiche che riguardano l’immigrazione; la necessità di avviare delle nuove politiche sull’inserimento lavorativo sia degli immigrati regolari, sia di quelli a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato.

Giacomo Beltrame, Segretario Generale della Cgil di Treviso

Il Prof. Abderrahim Haloui, dopo una panoramica sul fenomeno migratorio dell’area mediterranea, ha illustrato quali sono, secondo lui, gli aspetti positivi e negativi della politica dei flussi migratori gestita dall’Unione Europea, mettendo in luce gli sforzi e l’impegno umanitario di alcuni paesi, come ad esempio l’Italia – anche se, ha sottolineato, manca ancora una politica chiara e condivisa di tutta la filiera dell’accoglienza – e come, negli ultimi tempi da parte di alcuni paesi europei sia venuto meno quel clima di collaborazione reciproca che nei decenni scorsi aveva dato vita a dei buoni trattati di collaborazione, soprattutto tra la UE e molti paesi terzi, rafforzando i legami per una moderna ed intensa cooperazione. E che comunque, da parte del Marocco, vi è la volontà di intensificare i rapporti diplomatici, commerciali e culturali con molti paesi del Mediterraneo, ad iniziare da l’Italia, paese con cui esistono delle buone relazioni in tutti i campi.

Il Prof. Taleb Bouya Latiq

Ha preso la parola, poi, Bruno Martellone, che ha trattato alcuni aspetti legali riguardanti l’accoglienza, esprimendo un’opinione circa l’inadeguatezza (o meno) della legge sull’immigrazione italiana (la Bossi-Fini del 2002), una normativa inapplicata più che inadeguata secondo lui. Ha aggiunto poi che da sempre il fenomeno migratorio si svolge per la gran parte al di fuori di ogni regola o di ogni programmazione, costituendo di fatto un problema, dal momento che la nostra Costituzione all’art. 10 prevede espressamente che la condizione dello straniero e quindi anche la sua ammissione nel territorio sia regolata da una legge dello Stato, in conformità con le norme e i trattati internazionali.

«Tutta la storia degli ultimi anni ci parla del fallimento del principio di legalità in questo ambito. La causa principale del fallimento del principio di legalità è l’inefficienza dell’apparato amministrativo, che del resto non colpisce solo il settore dell’immigrazione, ma è un dato “strutturale” anche in altri ambiti della vita nazionale, dal fisco all’edilizia».

In secondo  luogo, il legislatore – ha aggiunto – dovrebbe  rendersi conto che non ha senso fare una legge senza predisporre i mezzi – norme attuative, finanziamenti, personale, strutture –necessari per l’applicazione. Infine,  dovrebbe abbandonare un approccio meramente propagandistico o emergenziale, per affrontare soprattutto le cause del fenomeno migratorio. O almeno dovrebbe tenerne conto.

Bruno Martellone

Sotto quest’ultimo profilo, neppure la normativa di derivazione comunitaria – che pure in questi anni ha consentito di affrontare molti problemi – appare immune da vizi. In particolare appare
irrealistico governare i recenti flussi dal sud del Mediterraneo unicamente con gli strumenti della protezione internazionale dei rifugiati. Occorre non solo andare “oltre Dublino”, ma anche predisporre strumenti di regolazione attenti ai
 fattori (demografici, economici, culturali) che spingono molti migranti ad attraversare il Mediterraneo.

Ed occorre porre anche attenzione alla complessità del fenomeno ed al suo rapido evolversi. I dati più recenti, ad esempio, ci dicono che il Mediterraneo non è solo “ponte” verso il benessere delle società occidentali per masse di persone “povere” provenienti dal sud del mondo. È piuttosto il teatro di un “crocevia migratorio” dove si intersecano flussi di natura e con provenienze e motivazioni diverse. L’esempio è proprio il Marocco, che è sempre più luogo di destinazione e sempre meno di partenza di migranti.

Diop Modou

È stata la volta quindi di Diop Modou, Vicepresidente della consulta per l’immigrazione, che ha ricordato come la provincia di Treviso sia sempre stata una “terra” molto accogliente per tutti gli immigrati, che qui hanno avuto la possibilità di ricostruirsi un’esistenza degna di questo nome: sono stati ospitati, molti di loro hanno trovato un lavoro, una casa, si sono creati una famiglia e quindi “posso senz’altro dire che qui l’integrazione ha funzionato”. Questo trend positivo è continuato fino a qualche anno fa, quando la crisi economica ha ridotto pesantemente l’occupazione, determinando serie condizioni di instabilità sociale, che per fortuna si è rivelata meno dirompente del previsto in virtù del buon funzionamento degli ammortizzatori sociali e di un welfare che è intervenuto a tutela soprattutto delle fasce più deboli della popolazione.

Quello che è assolutamente necessario fare oggi sul fronte dell’immigrazione, per fronteggiare un’ondata di flussi migratori ancora massiccia, è offrire delle soluzioni sempre più efficaci per mettere in campo delle politiche di accoglienza, che tuttavia salvaguardino i sacrosanti diritti dei rifugiati di essere accolti, assistiti e tutelati in tutte le fasi della loro permanenza in Italia, dando loro la possibilità di stabilirsi nel nostro paese con le stesse opportunità e la stessa dignità dei cittadini italiani. 

 

 

Festival Internazionale Italo-Marocchino  —  Festa in Piazza dei Signori e in Piazza Indipendenza (Treviso)

 

Dopo i due convegni dedicati al Patrimonio Hassani del Marocco e all’Immigrazione nelle due sponde del Mediterraneo, si sono svolte due iniziative: la prima di carattere musicale e celebrativo, che ha avuto luogo il pomeriggio di sabato 28 aprile in Piazza dei Signori a Treviso. Alle presenza di vari esponenti di istituzioni marocchine e italiane,  si sono esibiti alcuni gruppi folcloristici marocchini, che, attraverso la musica tradizionale del loro paese accompagnata da alcune esibizioni danzanti, hanno creato un ponte interculturale con il numeroso pubblico presente, dimostrando ancora una volta come la musica, e la cultura in generale, siano delle formidabili occasioni di scambio, di condivisione e di fratellanza universale.

Abdallah Khezraji con il vicesindaco di Treviso Roberto Grigoletto e una delegazione marocchina

Festa della Cultura con un tè sahrauita

Nell’ambito del Festival si è svolto in Piazza Indipendenza un incontro pubblico collegato alla Festa della Cultura marocchina e alla cerimonia del tè sahrauita
Vi presentiamo alcune immagini

Cerimonia del tè sahrauita

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spettacoli musicali e folcloristici in Piazza dei Signori, con premiazione di ospiti italiani e marocchini che si sono distinti nel campo artistico e sociale

 

L’ex Console marocchino a Roma Dott. Mohamed Lamdover consegna un riconoscimento alla Dott.ssa Elisabetta Serrao, funzionario della Questura di Treviso

L’ex Console marocchino Dott. Mohamed Benhshine consegna un riconoscimento ad Amine Gamri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Festival Internazionale italo-marocchino – Sala della Cooperativa Solidarietà, Treviso

Cena etnica, con menù tipico della cucina tradizionale marocchina, alla presenza di ospiti italiani e marocchini, alcuni dei quali hanno ricevuto delle onorificenze per il loro particolare impegno in campo sociale e culturale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©festivalitalomarocchino

Servizio fotografico di ©Alessandro Savella